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Enzo Barbacci è pittore umbro, anzi perugino, sia dal punto di vista anagrafico che esistenziale in tutti i suoi aspetti. E’ nato, infatti, il 5 agosto 1951 a Scheggia e Pascelupo, piccola e amena località  nell’Appennino umbro, ma dal trasferimento per lavoro del padre a Perugia, non ha più abbandonato la città del grifo.

Fin da piccolo prova interesse per il disegno e il suo entusiasmo prorompente lo portava a disegnare ogni cosa e per la disperazione di tutti, utilizzando i carboni del focolare “ornava”, a suo modo le facciate delle case.

La pittura per Barbacci diventa in seguito una vera ragione di vita e tramite essa esprime la sua vera indole e il suo amore per le cose e le persone che nascondono un grande e prezioso tesoro nella loro umiltà e autenticità, prive di orpelli e ipocrisie di facciata, ma vere e sincere. La bellezza descritta e amata da Barbacci sfugge alla maggior parte della gente, ma è quella che dà sapore e valore alla vita. I tetti e le case dei vicoli del centro storico spesso nascosti e ignoti ai più ed esprimono tanta poesia nei loro giochi di luce, trasudano tanta dignità e regalità umane con il loro linguaggio muto e semplice fatto di pietre e storie antiche, di sofferenze e di gioie nascoste che certo non appartengono ai palazzi dei potenti, ma al cuore di Barbacci e di ogni persona che cerca l’autenticità.

Stessa importanza nell’ispirazione della pittura di Barbacci hanno le figure di quei personaggi, che, pur essendo umili artigiani, sono custodi di una grande e preziosa dignità. I successi di Barbacci sono assai numerosi e lo hanno imposto alla pubblica attenzione in occasione di svariate manifestazioni artistiche italiane, come la realizzazione nel 1990 del prestigioso Palio della Balestra di Sansepolcro (Arezzo). Sue opere si trovano in numerose collezioni pubbliche e private e inoltre al Museo della Non Violenza di Nuova Delhi (Fondazione Gandhi) e alla Galleria dei ritratti dei Custodi di Terrasanta a Gerusalemme.